L'attesa

2006

Critiche di Valeria S. Lombardi

Un lucido, sapiente e fermo interiore ispessimento traspare e si riflette in questo ultimo biennio nei lavori dell’artista Paola Adornato. La sua tecnica riconoscibilissima in quanto nitida, essenziale è e rimane aulica, perfetta, ma si è anche come espansa facendo non solo affiorare una sentita ironia, si osservi “Le lucertole verso sera”.
Sempre lo sguardo, il taglio apportato da quest’artista è stato per i luoghi dimessi di periferie, di residui della cosiddetta archeologia industriale.

Forse nei primi anni era più marcata la sensazione di smarrimento data da crude e metalliche cromie, da cieli sovrastati da colori innaturali e l’attenzione cadeva anche a rappresentare piccoli dettagli. Attualmente come si è detto antecedente c’è maggior dimestichezza quasi con il dato proprio pittorico ed il risultato è sensazionale perché vi è una vera inscrizione compenetrazione del dato razionale, mischiato, intriso a un dato quasi romantico si veda lo splendido dipinto “Il guardiano delle finestre”: suggestioni, ricordi mai vissuti sembra trascrivere.

Un punto di inizio, di raccordo tra queste due anti e finalmente tesi (razionalità e cuore) sembra trovare l’incipit nel dipinto “Ore 16,48” che decanta una sorta di attesa, di liberazione, di sospensione che traspare anche da quelle casuali rotte finestre che sembrano fare da spartiacque tra i due mondi.

Paola Adornato è un’artista a cui finalmente è concesso di mostrarsi nella sua interezza attraverso una mostra personale, ma questo sarà solo un inizio alla dovuta apoteosi.

 

Sembra sempre che l'arte per essere tale deve per forza compiacere e conformarsi a certi pre-imposti schemi. Quando urta, o reagisce in un impensato modo, invece che darle fiato, per comprendere fino dove essa avrà l'estensione, beh in tutto questo si perde un qualcosa ovvero la libertà di espressione. Ho fatto questa doverosa premessa per cercare di zittire coloro che avranno tentato allo stesso modo di farlo, o solo accennarlo con l'arte di Paola Adornato.

L'arte di questa artista invece è stupenda, perché in pochi tratti, in pochi gesti riesce a descrivere il nostro ambiente, dato magari da un'abietta pensilina, oppure ancora come nel dipinto “Giorno dopo giorno”, dove vi è la magra constatazione di quanto il Mondo sia scomparso: rare tracce di terra, spauriti e pressoché inesistenti corpi umani.

L'arte di Paola Adornato funge da messaggero, come ultimo monito per un ritorno alla vita, fatto di uomini, persone, cose e non solo di quello che altri hanno costruito, immagazzinato per loro. Un lavoro che poi suscita ammirazione, slancio e speranza è dato dal quadro, “ventiinventi”, quasi il poter guardare attraverso e con l'occhio dell'artista, scrutando se finalmente cambi qualcosa del nostro odierno vivere quotidiano. A lei il merito che con grinta e spessore ci sappia dare tutto questo. Tirandoci addosso come un macigno non voluto, in pieno sole.